Nella quiete sospesa della laguna sud di Venezia, quando il sole cala dietro le barene e l’acqua si tinge di rame, iniziano gli spettacoli di mistero che da secoli alimentano leggende e suggestioni. Qui, tra isolotti abbandonati, canali serpeggianti e velme che emergono come apparizioni, il confine tra realtà e immaginazione si assottiglia.
Si racconta che nelle notti di luna nuova si possano udire voci smorzate provenire dalle antiche case dei pescatori, ora inghiottite dal silenzio, oppure vedere bagliori inspiegabili riflettersi sull’acqua immobile. Alcuni barcaioli giurano di aver incrociato ombre che camminano sulla laguna come se il mare fosse pavimento, figure evanescenti che svaniscono alla prima folata di vento salmastro.
Gli spettacoli di mistero spesso rievocano queste storie: percorsi teatrali tra le isole minori, narrazioni a bordo di piccole imbarcazioni, installazioni luminose che risvegliano antichi racconti di spiriti guardiani, monaci scomparsi e pescatori leggendari. Ogni rappresentazione trasforma la laguna in un palcoscenico naturale dove l’acqua diventa specchio, la nebbia sipario e il buio una promessa di rivelazioni.
In questo angolo di Venezia lontano dalla frenesia, il mistero non è solo un tema, ma un modo di respirare: un invito a lasciarsi avvolgere dall’incertezza, ad ascoltare ciò che di solito passa inosservato, a scoprire che nella laguna sud il vero spettacolo è ciò che non si vede, ma si percepisce.









